Letture

La ligua dei meme di Defazio D.-Ortolano P. , Carocci ed., Roma 2023

Il libro analizza cinque nodi tematici intorno ai meme. Innazitutto si spiega che il termine deriva dall’inglese e da mimeme, grecismo abbreviato, in analogia con gene, dal biologo Richard Dawkins nel 1992 per indicare una unità di trasmissione culturale diffusa per imitazione. Di seguito si descrivono i derivati, del tipo mematore, memista, memistico, memare e si descrivono grammatica, contenuti e ambiti di applicazione fino a distinguere quelli collegati a fenomeni di ortografia e interpunzione, la paretimolgia e la morfologia.

I campi di applicazioni elencati sono sport, politica, i personaggi famosi, gli eventi e le fake news.

Ma molti memi presenti nel testo, a mo’ di citazione, riguardano per es. anche la religione o la scuola. Alcuni possono essere bifronti, cioè riguardare due focus contemporaneamente. Il che è proprio un elemento strutturale del meme che, in quanto amalgama, si fonda sulla comprensenza di due valenze semantiche e della contemporanea costruzione di due pattern e significati. Senza questo gioco il meme, non si genere. E allora un suggerimento è d’obbligo. Il bel lavoro di Annarita Guidi su pun e giochi di parole e sulla loro configurazione cognitiva e pragmatica spiega molto bene i 10 passi necessari per generare questo tipo di unità semantiche, di manipolazione dell’informazione e ne evidenzia l’aspetto ‘universale’ e comune a tutte le lingue. Il suo modello è esplicativo e interlinguistico, non inventariale ed è questo che rende quel lavoro particolarmente utile.  

In breve: il tema è nuovo e originale e da questo punto di vista il lavoro è senz’altro utile. La metodologia d’analisi può essere migliorata: ma cosa non lo è?